21 maggio 2007

ECCO IL POST CENSURATO SU GRUNTOPOLI

RATZINGER SHOCK, GAFFE FRESCA IN SALA NERVI: "VOGLIO LA FIGLIA DI ENNIO"Città del Vaticano (ANSA) - Confessione shock di Sua Santità Benedetto Decimo Sesto nel corso della consueta audizione domenicale in sala Nervi. Al termine dell'Angelus il Pontefice - non accortosi che il microfono era ancora acceso - si è voltato verso il Cardinale Camerlengo Poli Bortone e ha boffonchiato in modo inequivocabile: "Poli, la bruna.. la bruna.. quella che lecca quel Caron Dimonio di Fusar: la voglio subito stasera!". La sala Nervi è piombata immediatamente in un raggelante silenzio. Ma il Papa e il Cardinale non si sono accorti di nulla, tanto che Poli Bortone ha risposto: "Giuseppe, quella foto è finta: ti pare che il ragazzo in mezzo sia vero? E' troppo paonazzo per non essere un ologramma". Stizzita la replica di Ratzinger, amplificata in tutta la sala Nervi dai potentissimi diffusori Bose: "Non dire cazzate, Fusar Poli è fuxia in volto come la mia cappella adesso". Provvidenziale è giunto in quel momento l'applauso della comitiva dalla parrocchia di San Fermo delle Bidelle (piccolo centro della provincia di Frosinone), che ha allentato la folle tensione. Sua Santità - ritratto qui sopra nella nuova sorprendente capigliatura con cui si è presentato all'Angelus - pare non si sia accorto di nulla e ora è al lavoro nella Sala Clementina per organizzare il gemellaggio con il presidente Della Mea, il nome della cui squadra è stato chiaramente interpretato dal Papa come un messaggio a favore delle Crociate.

17 febbraio 2007

Le nostre banche

Il 31 gennaio 2006 sono stati pubblicati i risultati del Rapporto della Commissione Europea Antitrust sui servizi bancari. L'Italia è all'ultimo posto. Secondo il commissario olandese Neeil Kroes, che ha diretto lo studio, nel nostro paese "la combinazione di alti profitti, di un alto livello di concentrazione e l'esistenza di barriere all'ingresso sul mercato è preoccupante". Le banche italiane, secondo il Rapporto, "sarebbero in condizione di abusare del loro potere di mercato nei confronti dei consumatori e delle piccole imprese"; inoltre "molti istituti creano barriere artificiali che aumentano i costi di chiusura dei conti e riducono la concorrenza".

14 febbraio 2007

I nullafacenti

«Perchè, mentre si discute di tagli dolorosi alla spesa pubblica per risanare i conti dello Stato, nessuno propone di cominciare a tagliare l'odiosa rendita parassitaria dei nullafacenti?». Il 24 agosto 2006, dalle colonne del Corriere della Sera, Pietro Ichino lancia una proposta che scuote il mondo politico e sindacale. Chiave di volta del progetto è l'istituzione di organi indipendenti di valutazione capaci di stimare l'efficienza dei servizi pubblici e dei loro addetti, per consentire il licenziamento nei casi più gravi, ma anche l'aumento di stipendio dei dipendenti che lavorano per due. La polemica divampa: i sindacati del settore pubblico esprimono subito indignazione per «l'attacco inaudito» portato alla categoria, la sinistra radicale spara a zero, il ministro per la funzione pubblica frena. Ma intanto, al furum del Corriere arrivano in un giorno e mezzo 1500 interventi, tra cui molte istantanee di nullafacenti ritratti dal vivo: dall'impiegato che timbra il cartellino e poi va dal parrucchiere, al funzionario sano come un pesce che usa «prendersi la malattia» tutte le volte che torna al paese, al professore semianalfabeta.