21 febbraio 2006

Il vero Papa

Monsignor Paul Casimir Marcinkus è morto. Aveva 84 anni. Da tempo ormai si era ritirato nella sua villa di Sun City in Arizona, protetto dai servizi segreti americani e dal Vaticano. E' stato uno degli uomini più potenti e controversi della Chiesa di Roma. Legato all'omicidio del banchiere Roberto Calvi, fu uno dei principali artefici del crack Ambrosiano; è stato l'anello di congiuntura tra l'amministratore dei beni della mafia Michele Sindona e Papa Paolo VI; invischiato innegabilmente nella misteriosa morte di Papa Albino Luciani, è stato per anni confidente e guardia del corpo di Giovanni Paolo II (con cui dirottò i soldi della mafia in Polonia per finanziare Solidarnosc). Amava le donne, i sigari e il golf. Era l'emblema della finanza criminale del Vaticano. Si porta nella tomba infiniti misteri.

Ci sono due libri imprescindibili su Monsignor Paul Marcinkus:

1) David Yallop, In Nome di Dio. La morte di Papa Luciani, Pironti Editore (Questo libro ha venduto nel mondo più di dieci milioni di copie. In Italia, per via dell'opposizione del Vaticano, è introvabile in libreria. Cliccando sul link del titolo qui sopra, si accede alla pagina di IBS.it: oltre al leggerne la recensione, i commenti dei lettori e quant'altro, c'è la possibilità - per chi interessa - di ordinarlo via internet. Arriva nel giro di due giorni. E' l'unico modo per averlo);
2) Ferruccio Pinotti, Poteri Forti, BUR FuturoPassato;

E un film: I banchieri di Dio di Giuseppe Ferrara.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

cavolo ti volevo mandare l'articolo...ma vedo che lo hai già trovato!

Anonimo ha detto...

figurati se gliene scappa uno...

Anonimo ha detto...

Guarda cosa dice questo commento sul sito che hai messo: "Se fosse vero anche soltanto il 30/40% di quanto affermato da Yallop in questo memorabile libro-requisitoria sul caso Luciani, la Chiesa Cattolica nel suo complesso avrebbe molto da meditare: molti fatti risultano a dir poco inquietanti. Bisognerebbe finalmente far luce su questa vicenda dai connotati veramente inestricabili".

Anonimo ha detto...

mi sa che sei andato giù un po' pesante questa volta....non vedo la connessione con paolo VI!

The thin red line ha detto...

Michele Sindona - l'amministratore dei beni della mafia - era il consulente fiscale del Card. Montini: gli fu presentato da Umberto Ortolani, braccio destro di Licio Gelli e diplomatico del Vaticano, al tempo in cui Montini era vescovo di Milano. Quando Montini divenne Papa col nome di Paolo VI, Sindona venne portato a Roma. Riporto solo un piccolo passo dell'inchiesta di David Yallop ("In nome di Dio"): "Michele Sindona fu l'uomo scelto da Papa Paolo VI, per la lunga amicizia che li legava, come consigliere finanziario del Vaticano. Attraverso i trasferimenti illegali di valuta dalle banche italiane di Sindona, tramite la Banca Vaticana, alla Swiss Bank di cui erano entrambi proprietari, Sindona e il Vaticano derubarono la banca di più di duecentocinquanta milioni di dollari(...)La maggior parte di questa fortuna fu versata in un'altra banca di Sindona, la Amincor Bank di Zurigo: molto se ne andò in speculazioni selvagge sul mercato dell'argento. (...) Si è propensi a credere che Paolo VI fu l'unico responsabile per circa un decennio del continuo coinvolgimento del Vaticano con Michele Sindona. Convinto dal suo segretario Mons. Pasquale Macchi, dai suoi consiglieri, i cardinali Guerri e Argentieri (tutti e due massoni), dal suo Segretario di Stato Card. Villot (piduista) e da Umberto Ortolani, che Sindona era la risposta alle preghiere del Vaticano, senza dubbi il Papa aprì le porte di bronzo allo Squalo (Sindona)". Questo è solo un brevissimo incipit..nel libro vengono spiegati e documentati nel dettaglio tutti gli incontri e i rapporti tra Sindona e Paolo VI.