24 febbraio 2006

Il giornalismo sportivo

«Nel 1987 ero il giornalista più autorevole d’Italia per quel che riguarda il mercato (lavoravo al Corriere dello sport e rifiutai in sontuoso contratto che mi era stato offerto dalla Gazzetta). Franco Baresi un pomeriggio mi telefonò (misi il vivavoce per far ascoltare il mio caposervizio), dicendo che voleva andarsene del Milan e se potevo scrivere che lo volevano Inter e Sampdoria. Io annunciai al giornale il servizio, poi dopo un’ora cominciarono le telefonate. Un amico di Baresi voleva sapere cosa avevo scritto, poi fu il turno di Braida e poi Ramaccioni. Risposi che si sarebbero dovuti comprare il giornale. Scrissi l’articolo e lo inviai a Roma. Dopo dieci minuti mi chiamò il vicedirettore e mi disse: ''Ha telefonato la Fininvest: se esce il tuo articolo ci tolgono diversi milioni di pubblicità, decidi tu''. Io decisi, per non danneggiare chi mi dava lo stipendio, di non scrivere quell’articolo e lo sostituii con un altro. Rimasi sconvolto, rabbioso, frustrato. Alle 10 di sera mi telefonò Berlusconi che mi disse gentilmente: ''Ho saputo che lei oggi mi ha fatto un grande piacere che le è costato una sofferenza professionale, quando avrà bisogno di un piacere glielo ricambierò. Qualche anno dopo fui invitato continuativamente alle trasmissioni di Mediaset come ospite, ma una sera dissi che una delle rovine del calcio era stato Berlusconi con i suoi ingaggi gonfiati. Tanto che c’ero attaccai anche Galliani per la storia di Marsiglia, e anche Sacchi. Il grande capo dello sport di Mediaset diede l’ordine: ''Non invitate più Franco Rossi''». Tratto da: Franco Rossi, Meno male che c'è Telenova, pubblicato da Indiscreto.it, 17 febbraio 2006. [Nella foto, Franco Rossi]

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